— oh my marketing!

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Vita Sostenibile

Modelli di business, business plan, revenue, profitti e cash flow: ecco di cosa parla questo libro di Amy Shuen.

E se questi argomenti sono riuscito a gustarli perfino io, che di certo non sono quello che mette il business in cima alla lista delle priorità, penso possa valere come una qualche sorta di “dummy-test”! 😉

Ritengo possa essere illuminante guardare ai social network dal punto di vista di “come guadagnano”, e proprio a questo sono dedicate molti approfondimenti, su Flickr, Linkedin e Facebook.

Le cose che mi sono piaciute sono molte, ne elenco alcune in particolare:

– trovare confermato che innovazione collaborativa e innovazione competititiva hanno assi di business diversi

– Google e il web 2.0 in generale hanno portato a un livello di fiducia rispetto a tutto il mondo dell’online fino a qualche anno fa impensabile

– la “democratization of innovation” segna un passaggio in tutti i processi di sviluppo da vertical-gerarchico al learning by doing (e non posso non ricollegarmi al motto di wmg…)

– l’aspetto “social” gioca un ruolo chiave in tutto l’online, in ossequio al principio “people build connections”

– la sezione di “domande tattiche” e “domande strategiche” alla fine di ogni capitolo, ottimo strumento pragmatico per verificare la propria pratica quotidiana rispetto alle tesi del libro

Il libro in una frase:

Quando vi diranno per l’ennesima volta “Sì, sì, bello, bello, ma com’è che si guadagna?” Sappiate che non solo si può fare, ma si può anche studiare.

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A Milano, tutti i mesi da quando hanno inventato l’aperitivo, c’è l’happy hour in libreria da Books Import.

Funziona così: si ha voglia di vedersi, Lodovico ha una libreria stupenda, Monkey fa l’invito, e l’ultimo venerdì del mese ci si vede lì, stanchi della settimana ma vivi e vitali 🙂

[Info: Via Maiocchi 11 Milano, venerdì 29/1 dalle 19 alle 22, facebook qui].

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La pubblicazione quotidiana della pagina in anteprima di Un etto di marketing
prosegue.

E PERCHE’ DIAVOLO LA MIA AZIENDA DOVREBBE CREARE UNA COMMUNITY?

Perché non dovresti cercare di individuare un gruppo di persone che fa il tifo per la tua azienda?

Avere una community è questo, e mantenerla significa accettare la possibilità di scambio alla pari che questa situazione comporta.

Non dimenticare che le persone desiderano comunicare con le aziende, e sono disposte a premiare con la loro attenzione e preferenza i marchi che accettano di essere presenti a uno scambio paritario, diretto e trasparente.

Infine, chi accetta la logica del web, ne accetta implicitamente le regole di condivisione e apertura che lo caratterizzano, e l’aggregazione spontanea è parte di questo: non si può evitare né tantomeno controllare.

Un etto di marketing (è un etto e mezzo, lascio)?” di Massimo Carraro, ed. Alpha Test, sarà in libreria a fine gennaio 2010. Per avere un codice sconto del 20% senza obbligo di acquisto basta una mail.

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Verso la fine della correzione bozze di Un etto di marketing, alla casa editrice mi suggeriscono di fare un indice analitico.

Dicono che denota la qualità di un libro. Pensandoci, secondo me denota anche… la qualità della casa editrice (grazie, Alpha Test!).

(Evidenzio le voci già pubblicate).

AGCOM, Aggregatore, Aggregatore sociale, Alert, Amazon, Anderson Chris, Andreesen Marc, Anobii, Apple, Arc Leo Burnett, Ascolto, Atac Roma, Atacmobile, Atom, Auditel, Aziende con le Orecchie, Barilla, Becchio Enrico, Berardi Barbara, Berto Filippo, Berto salotti, Bespoke, BlackBerry Storm, Blog, Blogger.com, Bloglines, Blogosfera, Boaretto Andrea, Bugs Tv, Burde, Business Blog (libro), Business Week, Camisani Calzolari Marco, Candiani Silvia, Carrefour, Ceo blog, Cluetrain Manifesto, Cnn, Coca-Cola, Co-creation, Coda Lunga, Coin, Comix, Community, Comunicato stampa, Concorrenza, Condivisione libera e gratuita, Controllo (perdita del), Conversazione, Convinzione, Corigliano Fabrizio, Corporate Weblog Manifesto, Creative Commons, Crippa Manuela, Critiche, Crowdsourcing, Cumbo Valeria, Del.icio.us, Del Torchio Gabriele, Dema, De Martini Antonangelo, De Meo Luca, Design Conversations, Desmoblog, Diegoli Gianluca, Digital Devide, Digital pr, Dimensione Legno, Ducati, Duilio Andrea, eBay, Edelman, Electrolux, Embed, English Cut, Enterprise 2.0, Ernesto Meda, Evangelista, Facebook, Facebook (applicazioni), Fake, Febal, Feed, Feedback, Feed Reader, Ferrari, Ferri Andrea, Fiat, Fiducia, File sharing, Firefox, Flickr, Folksonomia, Forrester Research, Free (libro), Free Knowledge, Freemium, Friendfeed, Friends, Friends Compatibility, Gapingvoid, Galetto Fabio, Gates Bill, General Motors, Girl Geek Dinner, Gladwell Malcom, Global Microbrand, Glocal, Godin Seth, Google, Google Reader, Gori Andrea, Guinness dei Primati, Hagakure, Hayden Nicky, Heaton Gavin, House-swapping, Human Resources, Hunt Tara, IBM, Inglesina, Innovazione, Intensedebate, Investimento (denaro, tempo, energia), iPhone, Israel Shel, Jaiku, Jarvis Jeff, Johnson Steven B., Kettydo, Kotler Philip, Kriptonite, La Cucina Italiana, Lago, Lago sales community, La Mucca di Schroedinger, La Stampa, Lego, Levine Rick, Liberi per Natura, Lifestreaming, Linguaggio informale, Linkare linkare linkare, Linkedin, Liveblog, Locke Christopher, Lutz Bob, MacLeod Hugh, Mahon Thomas, Marketing dell’Ascolto, Marketing dell’Ascolto (Manifesto del), Marketing Reloaded, Massarotto Marco, Max Mara, Mentos, Mercedes-Benz Italia, Metriche, Microblogging, Microsoft, Milanin, Minimarketing, Minoli Federico, MIT, Mobile marketing, Moder Pepe, Monty Python, Morici Giuseppe, Mosaico Arredamenti, Motori di ricerca, Movable Type, MSN, Mulino Bianco, Mullenweg Matt, MySpace, Naked Conversations, Napster, Nannini Gianna, Netflix, Netscape, Netvibes, Networking, Nextink, Ning, Noci Giuliano, Nome del blog, Nutellaville, Obama Barack, Ollino Paolo, Online reputation, Open source, Osservatorio Multicanalità, Paglia Gianpaolo, Pantaleo Luana, Partecipazione, Passaparola, Passaparola negativo, Pazienza, Peer-to-Peer, Perché, Permanenza delle conversazioni in rete, Permission marketing, Perosino Giovanni, Perrier Eugenio, Persona, Peters Tom, Pini Fabrizio Maria, Pinkstop, Plantulli Domenico, Poggio Argentiera, Potenza Massimo, Plurk, Pownce, Pronin Emily, Proximity marketing, Pubblicità nell’era del marketing dell’ascolto, Quelli che Bravo, Radio 105, Referrals, Rex, Reputazione online, personale e aziendale, Rice Jennifer, Roberts Kevin (KR Connect), Rodriguez Evelyn, ROI, Romeo Gianfranco, Rosen Emanuel, Rossetti Andrea, Rovekamp Frank, RSS, Rubel Steve, Saatchi and Saatchi, Salesforce, Schwartz Jonathan, School of Management del Politecnico di Milano, Scoble Robert, Searls Doc, Sem-Seo, Share, Shift, Shirky Clay, Skype, Slideshare, SMS, Social lending, Social media news, Societing, Spam, SROI (Social Return of Investment), Starbucks, Stephenson Frank, State of the Blogosphere, Stickiness, Stone Biz, Stoner Casey, Stormhoek, Streaming, Stumbleupon, Sun Microsystems, Tag, Tapscott Don, Technogym, Technorati, Tempestività, Time, Tombolini Antonio, Tono di voce, Torvalds Linus, Trasparenza, TSW, Tui Viaggi, Twitter, Typepad, Ubiquity, Unomattina, User-Generated Content, Virale, Virtual workspace, Vodafone, Vodafone Station, VoIP, Volagratis, Wal-Mart, Wal-Marting Across America, Wegner Daniel, Weinberger David, Wheels eBay, Wiki, Wikinomics, Wikipedia, Williams Anthony D., Williams Evan, Wilson Fred, Windows Live Spaces, Wired, WordPress, Xing, Yahoo, YouTube, Zago Nicola, Zanet Fabio, Zonin, Zopa, Zuckerberg Marc.

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Avevo mezz’ora di tempo da ammazzare, aspettando il treno.

La sala d’attesa dov’è? Non c’è più – mi risponde una gentile impiegata del cambiovalute, cui mi sono rivolto dopo aver dribblato i venditori di chiavette Tre e abbonamenti Sky (vedi anche: marketing che vuole farsi odiare).

Però – prosegue la gentile impiegata – le consiglio la cappella della stazione: è riscaldata, e ci si può sedere.

(Ancora una volta, la Chiesa dimostra il miglior marketing del mondo).

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Ho letto su “Gratis” di Chris Anderson (capitolo “Il trionfo del media model”) che il venture capitalist e blogger americano Fred Wilson ha affermato (cito a memoria, mi scuso per eventuali imprecisioni):

Ogni business plan dovrebbe contenere un aspetto mediatico
Gran parte delle applicazioni web saranno monetizzate con qualche tipo di media model.


La prendo come consiglio personale per l’iniziativa CowoLinks, il programma di pubblicità sui siti Cowo, e pazienza se deluderemo mr. Wilson con dei banner, visto che la citazione continua così:

Non pensate ai banner, pensate a tutti i modi in cui un pubblico che presta attenzione al vostro servizio può essere sovvenzionato da aziende o persone che vogliono un po’ di quell’attenzione.

(Cowo, per chi non lo sapesse, è un’iniziativa sperimentale di spazi di lavoro condivisi, un progetto molto Venture e per nulla Capital…)

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La Fondazione Mind the Bridge (che secondo me è una figata pazzesca, e non perché ne faccia parte…) offre un’opportunità di stage a laureandi e neolaureati in discipline economiche, fortemente interessati a temi quali imprenditorialità, tecnologia, innovazione.

La figura andrà a rafforzare la struttura italiana della Fondazione.

Per ulteriori informazioni e per candidarsi rivolgersi al mitico gscoditti@mindthebridge.org.

Deadline 10 gennaio!

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Oh my marketing, dopo quasi tre anni di attività spettinata, si rimette un po’ a posto.

Sceglie un nuovo tema di WordPress, Inove, fa pulizia, inserisce i tweet, apre la pagina dedicata al libro in uscita (un evento per me straordinario).

Vorrei anche riprendere a scrivere sui libri che leggo – i post nella categoria “tre libri sul comodino“.

Questo blog mi ha permesso di pensare, e poi iniziare a fare, tante di quelle cose che mai mi sarei immaginato.

Si può ringraziare un blog? Sì, secondo me si può: grazie blog! E naturalmente, grazie anche ai lettori! 🙂

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Dopo molto tempo che non scrivo dei libri che leggo, riprendo da dove avevo lasciato: il minicapolavoro di minimarketing. (E’ stato sul comodino appena un anno…)

Essendo Gianluca Diegoli uno dei referenti del nuovo marketing in Italia, ed essendo il suo libro stato scaricato oltre 10.000 volte, mi pare che la rete ne abbia già decretato il meritato successo.

Tento di aggiungere qualche considerazione:

1. Gianluca non solo sa quello che scrive ma sa anche come scriverlo (due talenti al prezzo di uno)

2. La scelta stilistica delle minitesi è una vera chicca

3. Il successo dell’ebook ha le sue radici nella credibilità del suo autore, e questo, a mio modo di vedere, rappresenta la prova provata di cosa può fare una reputazione ben costruita

Non mi sottrarrò all’abitudine di raccontare il libro in una frase, anche se questa volta il libro da definire è lui stesso fatto di frasi 🙂

Se amate il mestiere del marketing ma odiate i mestieranti, spegnete il powerpoint e aprite le orecchie: il Diegoli ci mette pochi minuti a spiegarvi come si fa.

Concludo con un’ultima lode: quella relativa al rapporto quantità di informazione/tempo richiesto per assimilarla. Secondo me solo un pugno in faccia riesce a battere le 91 tesi…

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