— oh my marketing!

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Vita Sostenibile

Mi rendo conto che con Rete Cowo® abbiamo aiutato tanta gente a creare un Coworking.

Che non  è (solo) affittare una scrivania: è cambiare il modo in cui lavori.

Capire che tenere la porta aperta è più conveniente che sprangarla. Che lavori di più, lavori meglio, se stai a contatto con altri.

Lo dico ora che stiamo preparando un nuovo CowoShare (gli eventi nazionali in cui condividiamo le nostre conoscenze, questa volta parliamo degli aspetti legali e normativi del Coworking) e mi rendo conto che l’invito a partecipare è un invito a coinvolgersi, più che a “venire a sentire”.

Certo, ci sono i relatori – di alto livello – ci sono le presentazioni, che poi pubblicheremo online come facciamo sempre.

Ma fondamentalmente ci siamo noi: persone che han deciso di lavorare insieme, per costruire un progetto con un’idea diversa dal solito scenario competitivo mors tua vita mea, l’ossessione per il profitto economico, il coltello dalla parte del manico ecc ecc.

Negli ultimi tempi non ho più aggiornato questo blog, che a me è molto caro. Però mi accorgo che il tempo in cui non ho scritto post, l’ho dedicato a creare un mercato che non c’era, generando qualche opportunità per quelle persone che hanno scelto di aprire le proprie giornate di lavoro a un’idea nuova e diversa. Creando un po’ di futuro, utilizzando bene il presente.

La condivisione degli spazi di lavoro è una cosa che anche noi – negli uffici di Monkey Business – facciamo tutti i giorni, da molti anni. Credo sia anche per questo che riusciamo a trasferire ad altri il nostro entusiasmo, e a rendere la Rete dei Cowo® sempre più attrattiva e rilevante.

Il 25 giugno ci incontriamo a Milano, ognuno di noi con l’idea di migliorare il proprio Coworking.

Un proposito che si realizza molto meglio se, nel migliorare il tuo, migliori anche quello degli altri.

(Io ho fatto così finora, e ha funzionato).

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Al Coworking Cowo®Milano/Lambrate nuova stamapnte 3DAnche il coworking Cowo®, come tutti i progetti con i piedi per terra, deve fare i conti con l’aspetto economico dell’attività.

Chi segue il nostro lavoro sa che il nostro approccio è quello di massimizzare le relazioni, non il profitto: questo non perché siamo dei ricchi figli di papà che non hanno bisogno di guadagnare, piuttosto perché crediamo in un modello sostenibile, che sia profittevole NON a scapito delle relazioni.

Nel modello Cowo® – dice il CowoManifesto – il profitto economico viene dopo la relazione, al secondo posto.

E se nel 2015 avessimo bisogno di guadagnare di più?

L’esperimento parte in questi giorni al Coworking Cowo®Milano/Lambrate, che ho il piacere di gestire direttamente, nell’ambito della sempre più numerosa e attiva rete di spazi di coworking Cowo®.

Ecco la scommessa che facciamo per il 2015: se la vinciamo, i nostri coworker pagheranno di meno e noi guadagneremo di più.

1 – i prezzi delle postazioni scendono da 250 euro/mese a 180 euro/mese (da 1200 euro/semestre a 972 euro/semestre)

2 – nascono alcune nuove postazioni, con minori servizi, a euro 100/mese o 540 euro/semestre

3 – l’utilizzo dell’area meeting del nostro Cowo®, finora compreso nel prezzo delle postazioni, viene scorporato e proposto a pagamento, con due fasce di tariffe, per coworker residenti e nomadi esterni alla community

4 – l’area meeting verrà proposta anche all’esterno della community

5 – entra al Cowo® una stampante 3D, con il preciso scopo di incrementare il valore dello spazio, sia per chi ne fa già parte, sia in chiave di attrattività/marketing

Ultima considerazione: forse il coworking, con le sue caratteristiche di mutevolezza, leggerezza, assenza di vincoli, dinamismo e senso del networking è un modello da considerare anche più in generale, su un piano imprenditoriale.

Monkey Business, la mia società, lo ha capito intuito anni fa, e cerca di muoversi sul mercato della comunicazione con le stesse logiche di sostenibilità ed eccellenza che… ha imparato dal coworking.

[Sul rapporto tra sostenibilità e profitto, tra marketing e modelli imprenditoriali ho già fatto un pensierino in questo post, di qualche anno fa].

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3D printing by spazio yatta milanoSono troppo contento: stasera frequenterò il corso di stampa in 3D presso Yatta! – Fai da noi, in viale Pasubio 28 a Milano. Speriamo che il nome del makerspace mi porti bene… (Yatta! in giapponese vuol dire “ce l’ho fatta!”).

In particolare frequenterò Introduzione alla stampa 3D con docente Paolo Aliverti, che è anche autore di un bel libro sull’argomento: “Stampa 3D – Stazione Futuro“.

Mi è piaciuto subito lo Spazio Yatta! quando per la prima volta ne ho sentito parlare all’Expogate nel maggio scorso, dove ho anche avuto la fortuna di conoscere Marco Lanza.

Adesso vi saluto che devo ancora scaricare slic3r e Repetier-Host!

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Rispettivamente:

1. il coworking come parte della smart city (Milano, 28/5/2014)

2. Il coworking come parente stretto dell’autoproduzione (Varese 22/5)

3. Il coworking come esperienza di comunicazione (Milano, 28/6)

Enjoy! 🙂



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L’Italia è un grande, fantastico coworking.

Per me è sempre bello andare a incontrare community di persone interessate a saperne di più. Ritrovarsi a parlare di coworking è già essere un coworking.

Ecco dove mi hanno gentilmente invitato nelle prossime settimane:

Tradate (Varese)
22/5/2014 h 20.30
@ Faberlab, viale Europa 4/a:

TUTTO QUELLO CHE AVRESTE SEMPRE VOLUTO CHIEDERE SUL COWORKING MA NON AVETE MAI OSATO CHIEDERE

Coworking al Faberlab di Tradate (Varese)Con un titolo del genere ci sarà da divertirsi!

Vediamo quali sono le cose che io ho sempre voluto sapere io sul coworking, ma non ho mai osato chiedere:

– Ci si può fare un’azienda?
– Si riuscirà mai a farlo capire ai giornalisti?
– Arriveranno i coworking pubblici e sapranno inserirsi nell’ecosistema già esistente?

A parte le battute, essere chiamato a parlare di coworking in un FabLab, cioè un luogo dove la condivisione professionale coinvolge addirittura attrezzature di produzione, è proprio bello.

Milano
28/5/2014 h 18
@ ExpoGates Cairoli: TEDxPiazzaCastello
(attenzione: non è in Piazza Castello, ma a Cairoli, ai nuovi ExpoGates):

MILANO SMART CITY – LA TESTIMONIANZA DI COWORKING COWO

TEDxPiazzaCastello: si parla di coworking agli ExpoGates di CairoliParlerò per una decina di minuti di come il coworking renda più smart una città.

E’ un tema che mi appassiona da molto (a Ecomondo Rimini nel 2011 portai una presentazione proprio su questo, intitolata Coworking = Smart City, che ha avuto oltre 7mila visualizzazioni online), e c’è parecchio da dire.

Dalla riduzione del traffico, quindi dell’inquinamento, quindi dei tempi di percorrenza, alle possibilità per la giovane impresa di trovare luoghi e relazioni sostenibili… potremmo andare avanti molto.

E invece dovrò parlare poco (e bene), com’è richiesto dal format di conferenze TEDx in tutto il mondo.

Pordenone
30/5/2014 h 18
@ Cowo Mod-o, via Enrico Fermi 3 Cordenons:

STRATEGIE VIRTUOSE ALL’EPOCA DELLA CRISI – IL COWORKING CATTURA LAVORO?

Si parla di coworking a Pordenone, a TerraèIl lavoro e il coworking (attenzione, è una “e” senza accento…): quanto se ne parla, quanto se ne parlerà.

Un tempo ero sempre scettico quando qualcuno menzionava il coworking come opportunità di lavoro (mi pare fondamentale evitare i messaggi sbagliati e fuorvianti, con il lavoro non si scherza).

Con il tempo però mi sono reso conto che il coworking è anche un’attitudine all’apertura che può, in effetti, essere un elemento della creazione di opportunità di lavoro.

E poi, il primo ad aver catturato lavoro con il coworking in Italia, mi sa che è stato proprio il sottoscritto! 😀

Alla manifestazione Terraè – Officine della Sostenibilità, saranno con noi a parlare di questo, oltre al sempre intraprendente Gianni Barbon nelle vesti di padrone di casa, anche Mattia Sullini, Cowo Manager a Firenze da diversi anni, e Mico Rao, fondatore di Lab 121 di Alessandria.

Andare a sentire gente che parla di qualcosa, per certi versi è un lusso (si sottrae tempo al lavoro, agli affetti, al riposo).

Però può anche essere l’occasione di incrociare un’idea giusta.

A me è successo quando sono andato alla presentazione del libro Marketing Reloaded al Politecnico di Milano, e sono tornato a casa con l’idea di lavorare sulle conversazioni online.

Oggi, 7 anni dopo, il 90% degli incarichi di Monkey Business è digitale.

Per dire 😉

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Made in LambrateSono stato coinvolto, come tutte le persone attive nel mio quartiere milanese di Lambrate, in Made in Lambrate – #lambrate365.

Mentre sono orgogliosissimo di aver inventato l’hashtag #lambrate365, durante uno dei primi incontri (abbiate pazienza, ognuno si dà la gloria che può), vorrei dire che mi piace molto il fatto che ci si occupi del proprio territorio.

Qui a Ventura/Lambrate siamo tutti contenti quando ci sono i giorni del FuoriSalone: visitatori da tutto il mondo, giovani designer e artisti portano  il loro talento, alcuni affittano degli spazi altrimenti inutilizzati.

Noi di Cowo Milano/Lambrate cerchiamo di fare networking offrendo le postazioni di coworking e il Wi-Fi gratuitamente.

E poi?

Per rispondere a questo “e poi?” Mariano PichlerFulvia Ramogida insieme a Logotel , ci hanno interpellati stimolandoci a dare idee; al tempo stesso ci hanno proposto una vision e un’idea di progetto, articolata e lungimirante.Progetto lambrate 365

Parliamo tanto di rete… ecco qui: la rete di Lambrate è nata.

Grazie di avermi coinvolto, cercherò di fare la mia parte, per il bene della zona dove si svolge il mio lavoro e vive la mia famiglia.

 

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Ho la fortuna e il privilegio di lavorare su una cosa che mi piace, e di poter anche incontrare persone a cui interessa.

Ringrazio quindi:

  • l’Ordine degli Architetti di Milano, che mi ha invitato a parlare all’incontro “Gli architetti, la professione, il lavoro”, promosso dalla Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti il giorno 29 gennaio 2014 al Palazzo delle Stelline di Milano, in corso Magenta 61, h. 14.45 – 18.00;

Coworking e Architetti a Milano

Coworking Lab Modena

Agende aggiornate?

Ci vediamo al Cowo! 🙂



 

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In questa intervista Andrea Mareschi della CNA di Parma mi fa diverse domande sul coworking. Spero che le risposte siano all’altezza dell’importante iniziativa di condivisione  di spazi professionale, appena inaugurata presso di loro, in CNA.

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La Società dei Makers di Gauntlett: recensione di Massimo CarraroIl titolo inglese di questo libro vale già un post: “Making is connecting“.

Come dire: chi costruisce, costruisce anche relazioni. (Sul titolo si è già espresso benissimo Luca de Biase, qui).

Mi capita di occuparmi, per lavoro, di gente che fa cose con le mani, e leggere un saggio che mette in relazione l’attività manuale con la comunicazione, per me che mi occupo  di questo, è un gradito “unire i puntini”.

Ma non è solo il mondo della comunicazione – o meglio delle relazioni – che emerge dalle pagine di Gauntlett, ma anche l’arte, l’architettura. l’editoria, l’information tecnology, il valore delle reti sociali, StarWarsUncut e la ricerca di senso come fonte di felicità.

Tutti mondi che esercitano – visti con gli occhi di Gauntlett – un fascino speciale, che nasce dal lavoro di chi fa, e non dalle chiacchiere di chi dice.

Che poi “il mondo di chi fa” possa diventare un mondo di chiacchiere, magari gonfiate dai media – come è naturale che succeda a un fenomeno sulla cresta dell’onda come quello dei makers – va accettato come un piccolo prezzo da pagare per la notorietà di queste ottime idee, di cui tanto si discute.

(Preferisco sempre che si parli troppo di una cosa che mi piace, piuttosto che non se ne parli per nulla).

Così, mentre aspetto che i makers e i loro stimolanti maker spaces incontrino il mondo del coworking, a me caro, mi soffermo su un caso raccontato da Gauntlett che sento molto vicino: quello del blogger inglese che si è obbligato a scrivere un post al giorno come atto d’amore verso la sua sconfinata collezione di dischi, che rischiava altrimenti di venire dimenticata da tutti, e da lui stesso per primo.

Così David Jennings decise: ogni giorno un post, dedicato a un disco.

Parlo di questo perché dal 2007 in poi, per un  periodo di circa due anni, qui su OhMyMarketing – pur senza collezione di dischi da raccontare – il sottoscritto si è assegnato un compito analogo: making posts… to connect.

Un post al giorno, per connettermi a nuove idee e nuove relazioni: lo scrivere come “atto del fare” per poter superare un po’ se stessi e raggiungere qualcos’altro, qualcun altro.

Il libro in una frase:

In un’epoca in cui il senso delle cose si va smarrendo, Gauntlett ci invita a guardarci le mani e a ricordarsi che servono sia a costruire qualcosa sia a stringere quelle degli altri.

Appuntamento stasera a Varese per incontrare l’autore!

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