— oh my marketing!

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rent-a-car marketing

Lui ha un furgoncino per lavoro e una moto.

Lei può usufruire di un’auto di famiglia in condivisione, senza troppi problemi.

Però… per la settimana bianca come si fa? E se vogliamo fare il giro dei castelli della Loira, quest’estate? E quando lui deve fare il giro dei clienti italiani, due volte l’anno?

L’esigenza di un’auto ci sarebbe, ma certo non tale da giustificare un’acquisto.

Ci vorrebbe un noleggio, ma intelligente però.

Eh.

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Avevo già parlato di Ebuga, in un post intitolato “comprare la macchina con il passaparola“. E’ un sito dove vengono pubblicate le opinioni della gente sulle auto che provano (ad oggi ci sono 1284 recensioni).

Apprendo poi dal sito di Marco Massarotto che hanno anche un blog.

Mi fa sempre un’impressione pazzesca vedere l’impatto che può avere internet sulle abitudini di acquisto, anche in un bene come l’auto, l’acquisto “importante” per eccellenza.

(Del resto non è un caso se c’è chi lancia i nuovi modelli con i blog).

E se invece di comprarla, l’auto, la volessi noleggiare?

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flowers

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Facciamo un po’ d’ordine.

La mia agenzia di pubblicità si chiama Monkey business, ogni settimana aggiorno la directory di Aziende con le Orecchie (le aziende italiane che fanno marketing dell’ascolto, cioè blog etc., ad oggi 53 54) ed ho creato da poco il wiki dei corporate bloggers italiani.

Qui su ohmymarketing, ho una specie di rubrichetta fissa sui libri che leggo (tre libri sul comodino), tra i post più letti i consigli inutili per giovani creativi.

Ah, ho anche la mania del marketing dell’autonoleggio (nessun interesse, sono solo un utente insoddisfatto e brontolone).

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Presentazione in provincia di Napoli. Programma: partenza da Milano con l’Eurostar prima dell’alba, arrivo a Napoli Centrale, rent-a-car, panino, riunione, stazione, rientro a notte fonda. Dura, ma si può fare.

Chiamo Maggiore alla stazione di Napoli (sono un vip per loro, come sapete) e prenoto la mia macchinetta. Prima di mettere giù ho un flash, visto che arrivo alle 12.12 e non viaggio con le ferrovie giapponesi, chiedo: non è che chiudete a pranzo, vero? E infatti:

Siamo chiusi dalla 13 alle 15.

Annullo tutto e chiamo Hertz:

Siamo chiusi dalle 13 alle 14.

Riprovo con Avis:

Orario continuato, non si preoccupi.

Così si fa. Well done Avis.

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Sono socio del “Maggiore Club Classic“.

Fin qui niente di strano, lo sanno tutti che sono un tipo figo.

E’ una tesserina che mi è arrivata dopo aver fatto due noleggi.

Adesso ricevo una lettera che mi dice:

Non rinunciare ai vantaggi che il Club ti riserva!

La tua carta, infatti, se non utilizzata entro marzo 2008 sarà automaticamente disattivata.

Automaticamente attvata, automaticamente disattivata. Hanno fatto tutto loro.

Ma – dico io – non sarebbe meglio che pensassero a delle strategie un po’ più intelligenti, invece di sprecare carta, plastica, ore di lavoro, spazio nella borsa del postino, la mia attenzione ecc ecc

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Riunione a Padova, anzi: fuori Padova.

Quale migliore occasione per provare la convenzione Trenitalia/Sixt “viaggia in treno e trovi la tua auto in stazione ad aspettarti”?

Prenoto quindi una Smart, comunicando l’orario di arrivo, raccomandandomi molto perché ci tenevo ad arrivare puntuale dal cliente.

Sono così preoccupato, in effetti, che chiamo il call center anche una ventina di minuti prima di arrivare in stazione, dal treno.

“Non si preoccupi” mi dice una voce cortese ed efficiente “chiamo io l’addetto in stazione per assicurarmi che sia tutto a posto”. Vengo anche richiamato: “Sig. Carraro, tutto ok, la stanno aspettando”.

Arrivo a Padova, vado al binario 1 dove trovo l’ufficio Sixt… chiuso.

Busso, sbircio dentro… niente, non c’è nessuno.

Chiamo di nuovo il call center, faccio presente la situazione, dico che ho già un piede sul taxi, loro mi mettono in attesa, poi mi dicono… che l’incaricato si è assentato un momento e sta per arrivare.

Ringrazio, metto giù, aspetto cinque minuti.

Poi mi rimetto in fila per i taxi, sforzandomi di stare calmo perché incazzarsi fa male alla salute.

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Mi trovo spesso a pensare al marketing degli autonoleggi.

Ho incrociato diverse volte questo mondo, in quanto possiedo un’auto piccola e ricorro al noleggio ogni qual volta mi tocca andar lontano, in posti dove non arriva il treno.

Sono cliente di questi signori, questi, questi e anche di questi.

Poi, come tutti, ogni tanto mi ritrovo a valutare l’acquisto di un’altra auto, quale modello, quanto spendere ecc.

E poi, ogni volta, mi dico:

Ma perché cavolo devo impegnare diverse decine di migliaia di euro (magari indebitandomi) in un bene che si svaluta a partire dal primo minuto di utilizzo, mi obbliga a stipulare contratti con assicurazioni, a pagare tasse allo stato, a fare la manutenzione, ad impegnare box/parcheggi perché altrimenti me la rubano, a fare compromessi perché non posso certo permettermi la monovolume per i weekend, la spider per l’estate e la minicar per la città… e dopo 3/4/5 anni rimettere il veicolo sul mercato, facendomi spennare per averne un’altra, con cui ricominciare l’allegra solfa… (sperando che nel frattempo non mettano fuorilegge la marmitta, o mi facciano circolare una domenica sì e una no)…
…quando posso noleggiare l’auto che mi serve, in perfette condizioni e col pieno già fatto, nel momento che mi serve per il tempo che mi serve, e poi ciao fino alla prossima volta?

Ho infatti la fortuna (?) di vivere in una grossa città, non lontano dalla metropolitana/stazione ferroviaria, di non dover usare l’auto per lavoro troppo spesso, e di non essere particolarmente appassionato al *possesso* di una macchina.

Felice quindi? No, neanche un po’.

E’ mia modesta opinione che il marketing dell’autonoleggio sia lontanissimo dal suo vero potenziale, che sta, secondo me, nell’imporsi come alternativa al tradizionale acquisto dell’auto. Provo a spiegare perché.

1.

Se ci fosse la possibilità di formule di noleggio più elastiche, per periodi variabili anche medi o mediolunghi, sono convinto che il ragionamento qui sopra lo farebbero in molti, ma proprio tanti.

(Non mi riferisco ai contratti di noleggio a lungo termine, comunque costosi e tipicamente per aziende, bensì a utilizzi più sporadici e differenziati).

Siamo sicuri che le famiglie siano felici di pagare cinque anni di rate per il monovolume che alla fine dei cinque anni chissà cosa vale, e magari nel frattempo si rompe pure (per non parlare della benzina, che fra cinque anni costerà come il barolo d’annata)?

2.

Trovo eccellente la possibilità di usufruire di diversi tipi di veicolo a seconda delle necessità.

Se vado in montagna con la famiglia mi serve una buona auto media. Se mi vengono a trovare i parenti per Natale, mi fa comodo un bel 7 posti. Se voglio sfiziarmi a luglio con una scoperta, perché no. Se per lavoro vado in Sicilia e poi desidero visitare la zona nel week-end, eccoci. Se devo fare un viaggio di lavoro con una persona importante, voglio un modello prestigioso. Se trasloco, mi serve un grosso furgone. Se voglio fare vedere l’Europa a mio figlio quest’estate, vedo bene un camper.

Mi pare talmente evidente la convenienza di questa modularità che… probabilmente mi sfugge qualcosa – cosa peraltro probabilissima, non mi sento certo in grado di giudicare, però di parlare come cliente, questo sì.

A me sembra che i fornitori del servizio amplierebbero a dismisura il loro mercato, e i loro clienti godrebbero degli evidenti vantaggi di

A) non impegnarsi nell’acquisto di un auto
B) usufruire di veicoli diversi a seconda delle necessità (e sempre in ordine, le gomme nuove ecc)

3.

Perfino nei termini in cui questo servizio viene offerto oggi, riscontro margini che mi sembrano parecchio migliorabili. Spunti:

Perché non posso avere l’auto a domicilio, pagando un sovrapprezzo?

Perché non posso riconsegnarla in un’altra città senza essere rapinato dalle penali?

Perché ai numeri verdi di prenotazione non risponde mai nessuno?

Perché devo fare una ispezione attentissima all’auto prima di prenderla in consegna altrimenti rischio di accorgermi dopo 150 km, come mi è accaduto di recente, di un sospettissimo pezzo di scotch tra parabrezza e carrozzeria?

Perché danno auto con la spia dell’olio che si accende?

Perché si “dimenticano” spesso e volentieri di sbloccare la cauzione di 1000 euro dalla carta di credito dopo la riconsegna?

Perché non mi si incentiva con un serio programma di sconti progressivi, con risparmi crescenti a fronte di un maggior utilizzo?

Perché non posso avere un pacchetto preacquistabile semestrale/annuale a scalare?

Possibile che la visione di un un servizio con un mercato potenziale come quello dell’auto in acquisto sia sempre e solo: o manager che arrivano in aeroporto o famigliole in vacanza in Irlanda?

Siccome non posso crederci, ho deciso di diventare un osservatore permanente di questa situazione, con tanto di categoria dedicata sul blog: si chiama rent-a-car marketing. Stay tuned.

[DIMENTICAVO] – Perché non posso disporre di un parcheggio comodo per la mia auto (o di una convenzione con i parcheggi esistenti), vicino alla sede di prelevamento?

[DISCLAIMER – 8/9/2008] – Qualcuno mi ha fatto notare che questa piccola saga di commenti sul rent-a-car marketing potrebbe sembrare creata ad arte per influenzare dei lettori. Non so cosa dire, a me non era nemmeno passato per la testa. Sono un consulente di comunicazione e marketing, e proprio per questo conosco bene il valore della reputazione… sarei un vero cretino a sputtanarmi così 🙂

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