Qualcuno anche domenica scorsa. Dovrò preoccuparmi?
Read MoreIo non ci sono andato, ma Roberto sì. 🙂
Read MoreCirca un anno fa (era il primo aprile) Monkey Business iniziava l’esperimento coworking.
Sei postazioni Ikea-designed si aprivano timidamente al mercato degli uffici condivisi secondo logica network-oriented.
Un anno dopo le postazioni sono diventate 15, ma – qui sta il bello – non sono cresciuti i metri quadri della nostra agenzia, è cresciuta un’idea, che ha saputo contagiare altri nel progetto, e tutto per mezzo del solo passaparola online.
L’idea del coworking a Milano, oggi, è fatta di tre diversi posti dedicati al lavoro nomade: il nostro di Via Ventura, quello di Via Amadeo e, da oggi, Via Settembrini (Stazione Centrale).
(Si sa che quando si tratta di evolversi, le scimmie sanno il fatto loro…).
[UPDATE 25 marzo 2009 – I cowi sono diventati 4, le postazioni di coworking disponibili a Milano 20, il piccolo miracolo delle scimmie che moltiplicano le scrivanie continua!].
Read MoreBeh, sì. Web Marketing Garden, il progetto di formazione con cui collaboro all’insegna del “learn by doing” ha deciso di pubblicare un corso completo di web marketing su Slideshare in download gratuito con licenza Creative Commons 3.0 (non commerciale, citazione della fonte).
Io sono un fanatico dell’autoformazione, non vedo l’ora di dirlo a quelli del gruppo LinkedIn “learn by doing”, che abbiamo creato con WMG.
[slideshare id=1140799&doc=wmgwebmarketing-090313054821-phpapp01]
Modestia a parte, secondo me è Coworking Project :-).
(Sostenibile, redditizia, smart, condivisa, utile, social, economica, in rete, 2.0, piace ai giornalisti, fa chic e non impegna, cosa volete di più?)
Read MoreCercherò qualcuno che mi noleggi un’auto con la formula del lungo termine tuttocompreso per una cifra non troppo lontana dai 150 euro/mese (costo della mia attuale vettura, tutto considerato) per tre anni.
Farò quindi in modo di non dovermi mai più preoccupare dei tagliandi e delle gomme, né di aver a che fare con assicurazioni e balzelli dello stato. E se me la rubano, rigano, o prende la grandine, io non c’entro.
Vedrò insomma di riuscire ad avere un’auto come servizio, a un costo prestabilito e invariabile, il cui utilizzo sia programmato e gestito in modo razionale.
In pratica, verso la fine di quest’anno proverò a non comprare un’auto.
(Nel frattempo, verificherò quello che dice un signore di una multinazionale del rent-a-car nei commenti a questo post, lascerò dopo un anno di iscrizione il Car Sharing che – pur valido – non ha secondo me le caratteristiche per costituire una reale alternativa all’auto di proprietà, andrò a fondo sulle promesse che mi ha fatto una concessionaria rispetto a quanto sopra, riguarderò ben bene il programma Recharge della splendida Toyota IQ che mi pare apra delle possibilità a chi come me vuole un’auto come servizio e non come costo spropositatamente assurdo e antieconomico).
[Disclaimer: non ho interessi né rapporti professionali di alcun tipo in questo ambito, scrivo da normale consumatore].
Read MoreFinalmente, dopo tanto pensare, Cowo Milano è in grado di supportare chiunque voglia guadagnare qualcosa sfruttando quella scrivania vuota nell’altra stanza.
L’idea è “svegliare le scrivanie che dormono”, e metterle a frutto in un modo utile, non solo sul fronte economico ma anche su quello delle conoscenze personali e delle sinergie professionali (a proposito, sono 117 i membri del gruppo Cowo Milano su LinkedIn, e adesso c’è anche il gruppo Facebook dedicato a Coworking Project).
Dal punto di vista dei nomadic workers, più coworking ci sono e meglio è. Ma è meglio per tutti, direi, in quanto siamo tutti “nomadi”, quando abbbiamo una riunione fuori città o dobbiamo affrontare qualche trasferta… non ditemi che non vi è mai capitato di cercare di lavorare in una sala d’aspetto di qualche stazione, o in un bar…
Il progetto offre un pacchetto “smart” per mettersi in pista nel modo giusto, cioè in rete (qui domande e risposte, qui la nostra convenzione Hotel per tutti i Cowo convenzionati, e qui il primo affiliato, un posto davvero bello).
Chi ha voglia di buttarsi in qualcosa di bello?
[foto: evento Girls Geek Dinner del 20/2/09 al Cowo di Milano]

Mentre aspetto le Geek Girls qui al Cowo per la Girl Gee Dinner n. 7 (che credo sia un altro modo di inventarsi il futuro, non fosse altro che per non ritrovarsi sempre tra uomini, giusto Sarah?), penso alla fortuna di avere delle idee, su cui investire per il futuro.
Ho sempre la testa, l’agenda, il telefono, la mail e i feed così pieni che non mi resta mai un secondo per pensare alla crisi… e ne sono felice.
(Ma se hai così tanto da fare, cosa perdi tempo a scrivere… sento già una voce dentro che me lo dice… ma siccome scrivere mi ha sempre dato i suoi frutti… riprendo a scrivere).
Un modo di inventarsi il futuro, ad esempio, è quello dei ragazzi di Gruppopigreco, ex-studenti dell’Accademia di Comunicazione che hanno deciso di fondare un’agenzia dentro la scuola, convincendo Michelangelo Tagliaferri a supportarli, e riuscendo a elaborare l’umiliazione del precariato (cui erano fatalmente indirizzati) in leva strategica per far breccia sul mercato, offrendosi alle aziende con un rapporto costo/talento competitivissimo (scusate i gerundi, sono stanco e scrivo così).
Ci riusciranno? Chi lo sa, ma dovessero fallire, sarebbe un modo trionfante di fallire.
Ho incontrato Marco Fornaro, che mi ha raccontato il progetto, che ho trovato affascinante per l’approccio e mirabile per capacità adattativa, di cui io sono fiero sostenitore (in compagnia dell’a.d. della Fiat).
Questo post è il mio modo di far loro i complimenti. (A volte non basta essere fan su Facebook).
Poi c’è il coworking, che accompagna le mie giornate lavorative da quasi un anno.
Anche qui, qualcuno (io e la mia agenzia) si inventa il futuro. Insieme ad alcune altre persone di talento, ognuno impegnato nel suo percorso, ognuno capace di costruire la propria attività al di là degli schemi banali e banalizzanti cui siamo abituati.
Non è semplice, niente lo è, ma è entusiasmante.
E l’entusiasmo è sempre fecondo, fa nascere altre cose.
E infatti, eccoci qui a parlare di Coworking Project, l’idea di far nascere altri coworking e metterli in rete, e creare qualcosa insieme.
Noi del Cowo di Milano – Via Ventura ci mettiamo il marchio, un po’ di esperienza, le consulenze necessarie a far bene le cose (cioè a norma di legge), un sito, un po’ di gadget. E anche un’ottima convenzione alberghiera che abbiamo appena stipulato.
A chi si unisce a noi, chiediamo 100 euro di rimborso spese, il rispetto dello stile collaborativo del coworking, l’impegno a non praticare prezzi troppo alti.
Riusciranno i nostri eroi?
Sono arrivate le Geek Girls, devo andare.
Read MoreI tag qui sotto recitano “business sostenibile” e “vita sostenibile”, perché sono cose a cui penso spesso.
Secondo me, è qualcosa che ti permette di guadagnare, incontrare qualcuno di interessante e, in sintesi, di vivere meglio.
Oltre la logica del profitto a tutti i costi.
Oltre la necessità di “raggiungere una massa critica di fatturato”.
Oltre la schiavitù del conto economico.
(Forse un giorno meglio mi spiegherò… come dice il maestro).
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