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In 13 domandine, eccolo spiegato, dalla viva voce di chi lo fa tutti i giorni.

In questo breve video parlano sia le persone che hanno preso una scrivania in affitto, sia quelle che offrono degli spazi all’interno dei propri uffici.

E’ anche un modo di “conoscere” chi partecipa al nostro progetto di coworking network (nel video ci sono tutti).

[UPDATE – Mi correggo, nel video manca qualcuno del Cowo di Roma, appena aperto].


[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=BnzY4SJttqU]

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E’ bellissimo vero? Venite a conoscerlo!

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Finalmente, dopo tanto pensare, Cowo Milano è in grado di supportare chiunque voglia guadagnare qualcosa sfruttando quella scrivania vuota nell’altra stanza.

L’idea è “svegliare le scrivanie che dormono”, e metterle a frutto in un modo utile, non solo sul fronte economico ma anche su quello delle conoscenze personali e delle sinergie professionali (a proposito, sono 117 i membri del gruppo Cowo Milano su LinkedIn, e adesso c’è anche il gruppo Facebook dedicato a Coworking Project).

Dal punto di vista dei nomadic workers, più coworking ci sono e meglio è. Ma è meglio per tutti, direi, in quanto siamo tutti “nomadi”, quando abbbiamo una riunione fuori città o dobbiamo affrontare qualche trasferta… non ditemi che non vi è mai capitato di cercare di lavorare in una sala d’aspetto di qualche stazione, o in un bar…

Il progetto offre un pacchetto “smart” per mettersi in pista nel modo giusto, cioè in rete (qui domande e risposte, qui la nostra convenzione Hotel per tutti i Cowo convenzionati, e qui il primo affiliato, un posto davvero bello).

Chi ha voglia di buttarsi in qualcosa di bello?

[foto: evento Girls Geek Dinner del 20/2/09 al Cowo di Milano]
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Mentre aspetto le Geek Girls qui al Cowo per la Girl Gee Dinner n. 7 (che credo sia un altro modo di inventarsi il futuro, non fosse altro che per non ritrovarsi sempre tra uomini, giusto Sarah?), penso alla fortuna di avere delle idee, su cui investire per il futuro.

Ho sempre la testa, l’agenda, il telefono, la mail e i feed così pieni che non mi resta mai un secondo per pensare alla crisi… e ne sono felice.

(Ma se hai così tanto da fare, cosa perdi tempo a scrivere… sento già una voce dentro  che me lo dice… ma siccome scrivere mi ha sempre dato i suoi frutti… riprendo a scrivere).

Un modo di inventarsi il futuro, ad esempio, è quello dei ragazzi di Gruppopigreco, ex-studenti dell’Accademia di Comunicazione che hanno deciso di fondare un’agenzia dentro la scuola, convincendo Michelangelo Tagliaferri a supportarli, e riuscendo a elaborare l’umiliazione del precariato (cui erano fatalmente indirizzati) in leva strategica per far breccia sul mercato, offrendosi alle aziende con un rapporto costo/talento competitivissimo (scusate i gerundi, sono stanco e scrivo così).

Ci riusciranno? Chi lo sa, ma dovessero fallire, sarebbe un modo trionfante di fallire.

Ho incontrato Marco Fornaro, che mi ha raccontato il progetto, che ho trovato affascinante per l’approccio e mirabile per capacità adattativa, di cui io sono fiero sostenitore (in compagnia dell’a.d. della Fiat).

Questo post è il mio modo di far loro i complimenti. (A volte non basta essere fan su Facebook).

Poi c’è il coworking, che accompagna le mie giornate lavorative da quasi un anno.

Anche qui, qualcuno (io e la mia agenzia) si inventa il futuro. Insieme ad alcune altre persone di talento, ognuno impegnato nel suo percorso, ognuno capace di costruire la propria attività al di là degli schemi banali e banalizzanti cui siamo abituati.

Non è semplice, niente lo è, ma è entusiasmante.

E l’entusiasmo è sempre fecondo, fa nascere altre cose.

E infatti, eccoci qui a parlare di Coworking Project, l’idea di far nascere altri coworking e metterli in rete, e creare qualcosa insieme.

Noi del Cowo di Milano – Via Ventura ci mettiamo il marchio, un po’ di esperienza, le consulenze necessarie a far bene le cose (cioè a norma di legge), un sito, un po’ di gadget. E anche un’ottima convenzione alberghiera che abbiamo appena stipulato.

A chi si unisce a noi, chiediamo 100 euro di rimborso spese, il rispetto dello stile collaborativo del coworking, l’impegno a non praticare prezzi troppo alti.

Riusciranno i nostri eroi?

Sono arrivate le Geek Girls, devo andare.

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Davide Tagliapietra (secondo da destra) è un ingegnere aerospaziale di 36 anni che si occupa di progettazione nautica per la sua azienda, la Schickler Tagliapietra Yacht Engineering.

E’ il team leader di Green Cruiser 50 – una barca straordinariamente innovativa, a propulsione ibrida a pannelli solari con struttura in fibra di bamboo e rifinita con vernici fotovoltaiche, progettata con i suoi partner (30 e 28 anni) soprattutto attraverso Internet – che gli ha valso la vittoria al premio internazionale Next Sly Contest.

E sapete dovè l’ufficio di Davide?

Esatto, al Cowo di Via Ventura, a Milano. (Qui la sua video-intervista).

Una storia come questa dimostra così tante cose dell’Italia (il talento, l’energia, l’inventiva, la competitività, la giovinezza, la capacità di vincere, la bravura, la flessibilità, la modernità, l’intelligenza, la potenza, la grinta, la passione, l’amore per il proprio lavoro) che dovrebbero passarla al telegiornale tutte le sere.

Riporto volentieri la motivazione della giuria, capirete che il mio entusiasmo è più che giustificato.

L’approccio assolutamente innovativo, innanzitutto.

La barca ha appassionato tutti, non solo perché rispondeva in maniera puntuale ai requisiti del bando (lunga autonomia, equipaggio ridotto, basso impatto ambientale, vivibilità in coperta e negli interni), ma soprattutto per l’originalità e l’alto contenuto di innovazione ricercato in ogni soluzione proposta, in particolar modo nelle appendici, e nella originalissima chiglia basculante.

Un’idea nuova che ha sicuramente molti limiti in termini di fattibilità industriale, ma che rivoluziona il punto di vista suscitando grande interesse per un approfondimento.

Il sentimento generale è stato quello di trovarsi di fronte a un progetto un passo avanti agli altri: anche eliminando gli aspetti più originali della timoneria e del bulbo, si tratta comunque un ottimo yacht, con una coperta intelligente, interni comodi e una grande personalità estetica.

Lo scafo seppure meno spettacolare di altri ha una linea pulita, moderna, ma allo stesso tempo abbastanza classica da non essere soggetta ai dettami del tempo e della moda.

L’impressione generale è stata dunque quella di un progetto realizzato con massima diligenza e attenzione alla ricerca.

Soluzioni semplici e soluzioni ancora da esplorare.

Probabilmente alcune di loro non saranno praticabili in termini di fattibilità, ma questo è lo scopo di Next Sly Contest: una visione nuova e fresca, proveniente da una prospettiva differente.

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In questi giorni due persone ci hanno fatto una richiesta che, al Cowo, non avevamo mai ricevuto: quella di utliizzare una postazione in modo saltuario, non continuativo.

Laura e io ci abbiamo pensato un po’ e abbiamo deciso di inserire nelle opzioni offerte anche un “pacchetto 5 giorni”, che offre appunto 5 giornate di coworking non consecutive, da utilizzare entro un anno.

Naturalmente, la disponibilità è da confermare volta per volta (ma se proprio tutte le postazioni fossero tutte occupate nel giorno che serve, c’è sempre il tavolone della zona riunioni) e la postazione disponibile può non essere sempre la stessa (ma tanto il Cowo è bello tutto…).

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Parlando di coworking (le postazioni di lavoro in affitto presso MonkeyBusiness col wifi e il caffè incluso) c’è una bella iniziativa internazionale:

Se sei membro di un coworking e sei in viaggio, puoi usufruire di una postazione (a costo zero fino a tre giorni) presso uno degli altri coworking che aderiscono.

Noi di Cowo Milano aderiamo, e anche Blankspaces di Los Angeles, di cui vi presento uno spot molto simpatico.

[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=NMEqTkvTQno]

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Un titolo più incasinato non potevo scriverlo!

E’ che sono troppo contento di annunciare che al prossimo Read and Drink (l’aperitivo stile milano da bere leggere della libreria Books-Import di via Maiocchi 11), tra le tartine e le patatine ci saremo anche noi del Cowo – coworking Milano per chiacchierare dell’iniziativa con chiunque sia interessato (il coworking è quella cosa per cui tu, se non vuoi impegolarti nell’affitto di un intero ufficio vieni da noi e tiaffitti una scrivania per il tempo che ti serve. E intanto che stai lì conosci dell’altra gente).

E se arrivano le spillette da iPins, ci saranno anche quelle.

Disclaimer: Books-Import è cliente Monkey Business.

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Per noi del cowo oggi è un bel giorno: l’edizione milanese di Repubblica ci ha dedicato un bell’articolo (che non ho ancora letto, ho solo visto questa immagine online) completo di foto, profili personali e credo anche un’intervista al sottoscritto.

Il tutto con rimando in copertina. Mi piacerebbe postare un link all’articolo, ma non ho ancora capito se esiste. Nel frattempo… vado in edicola!

[UPDATE: ecco il link all’articolo completo, con foto e interviste ai coworker. Da non perdere, direi!]

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