Mentre aspetto le Geek Girls qui al Cowo per la Girl Gee Dinner n. 7 (che credo sia un altro modo di inventarsi il futuro, non fosse altro che per non ritrovarsi sempre tra uomini, giusto Sarah?), penso alla fortuna di avere delle idee, su cui investire per il futuro.
Ho sempre la testa, l’agenda, il telefono, la mail e i feed così pieni che non mi resta mai un secondo per pensare alla crisi… e ne sono felice.
(Ma se hai così tanto da fare, cosa perdi tempo a scrivere… sento già una voce dentro che me lo dice… ma siccome scrivere mi ha sempre dato i suoi frutti… riprendo a scrivere).
Un modo di inventarsi il futuro, ad esempio, è quello dei ragazzi di Gruppopigreco, ex-studenti dell’Accademia di Comunicazione che hanno deciso di fondare un’agenzia dentro la scuola, convincendo Michelangelo Tagliaferri a supportarli, e riuscendo a elaborare l’umiliazione del precariato (cui erano fatalmente indirizzati) in leva strategica per far breccia sul mercato, offrendosi alle aziende con un rapporto costo/talento competitivissimo (scusate i gerundi, sono stanco e scrivo così).
Ci riusciranno? Chi lo sa, ma dovessero fallire, sarebbe un modo trionfante di fallire.
Ho incontrato Marco Fornaro, che mi ha raccontato il progetto, che ho trovato affascinante per l’approccio e mirabile per capacità adattativa, di cui io sono fiero sostenitore (in compagnia dell’a.d. della Fiat).
Questo post è il mio modo di far loro i complimenti. (A volte non basta essere fan su Facebook).
Poi c’è il coworking, che accompagna le mie giornate lavorative da quasi un anno.
Anche qui, qualcuno (io e la mia agenzia) si inventa il futuro. Insieme ad alcune altre persone di talento, ognuno impegnato nel suo percorso, ognuno capace di costruire la propria attività al di là degli schemi banali e banalizzanti cui siamo abituati.
Non è semplice, niente lo è, ma è entusiasmante.
E l’entusiasmo è sempre fecondo, fa nascere altre cose.
E infatti, eccoci qui a parlare di Coworking Project, l’idea di far nascere altri coworking e metterli in rete, e creare qualcosa insieme.
Noi del Cowo di Milano – Via Ventura ci mettiamo il marchio, un po’ di esperienza, le consulenze necessarie a far bene le cose (cioè a norma di legge), un sito, un po’ di gadget. E anche un’ottima convenzione alberghiera che abbiamo appena stipulato.
A chi si unisce a noi, chiediamo 100 euro di rimborso spese, il rispetto dello stile collaborativo del coworking, l’impegno a non praticare prezzi troppo alti.
Riusciranno i nostri eroi?
Sono arrivate le Geek Girls, devo andare.
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