— oh my marketing!

Ho iniziato in febbraio, ho finito 10 minuti fa, con un po’ di ritardo sulle ultime voci (Nerd 2.0, Neutralità della Rete, Postare e Packaging),  le 34 voci che il comitato scientifico di Treccani Editore mi ha affidato per il nuovo Dizionario di Informatica, ICT e Nuovi Media.

Chiudo quindi Dropbox e ringrazio Edoardo Fleischner,  Mauro Scaioni e Roberto Ghislandi per avermi dato un’incarico di quelli che la mamma ne va orgogliosa.

Certo che leggere la mia lista di vocaboli tutta di seguito dà l’idea di che razza di scimmia sono diventato…

  • advertising
  • age of conversation
  • barcamp
  • berners-lee tim
  • co-creation
  • coda lunga
  • corporate blogging
  • craig’s list
  • desmoblog
  • effetto virale
  • english cut
  • feed
  • flame
  • footer
  • freemium
  • gosin seth
  • liveblog
  • lulu
  • lurker
  • macleod hugh
  • mailbox
  • nerd 2.0
  • neutralità della rete
  • nielsen jakob
  • ohmynews
  • packaging
  • postare
  • punto informatico
  • reputation marketing
  • teaser
  • trip advisor
  • unique selling proposition
  • word of mouth
  • wordpress
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[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=HXLdEKeE39I&feature=youtu.be]

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Una conversazione tra continenti, sul blog Cowo.

Un gruppo di Italiani, per una volta forse non più indietro dei nordeuropei o degli americani o degli asiatici.

Un workshop dove il sottoscritto racconterà cosa succede dentro quel marchio rosso.

Un gruppo di gente da tutto il mondo che non si è mai vista e condivide visceralmente uno stile di lavoro che è anche di vita.

Una voglia di costruire pazzesca, fortissima, la cui energia a volte mi spiazza.

Ma anche qualcosa di vicino, di umile, di caldo. Come un caffè offerto con silenziosa solidarietà, appunto, tra coworker.

E adesso, a Berlino.

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Mad Ave's copywriter Peggy Olson

Si chiama Headliners un libro appena uscito sui migliori copywriter della pubblicità italiana. Anni fa avrei dato un braccio per esserci.

La headline – cioè il titolo del giornale, che nella pubblicità diventa il titolo dell’annuncio pubblicitario – è stata infatti per molti anni l’oggetto ossessivo delle mie giornate (e nottate) di lavoro. Divoravo gli annual, invidiavo quelle dei miei direttori creativi, sudavo mille camicie per produrne di buone.

Valeva per le headline, per i testi degli spot, soprattutto valeva per le idee di comunicazione, frutto di una magica alchimia tra parti testuali e visive di un messaggio, e quindi tra copywriter e art director.

Anni straordinariamente intensi, circa dieci, dalla metà degli ’80 in poi, di cui ricordo vivamente le lezioni dei maestri, le emozioni delle campagne finalmente in tv e sui giornali, la frenesia delle premiazioni dell’art directors club.

Poi son successe delle cose.

Ho aperto questo blog, nel 2007, riflettendo sul fatto che la gente entrava nel mio ufficio e mi parlava di marketing, non più di messaggi.
Ne ho aperto un altro che monitorava le aziende che facevano comunicazione… ascoltando (si chiamava Aziende con le Orecchie).

In Monkey Business, la mia agenzia, nasceva una nuova sensibilità.

Adesso mi sento lontano dal mondo delle headline. Adesso la pubblicità mi sembra una parodia di se stessa. Adesso, quando prendo in mano un quotidiano, vi trovo le notizie del giorno prima, che anch’io – come milioni di persone in tutto il mondo – ho visto già su Twitter o Google News.

Per questi motivi, adesso quel libro non mi interessa più tanto. Forse il libro in cui mi piacerebbe essere adesso, si dovrebbe intitolare The Hashtaggers.

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Era il 1996. Lasciavo il mio ultimo posto fisso con questa frase di Paul Valéry in mente.

Il mio mantra di ogni giorno da allora.

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In Steve Jobs loving memory. Ohmymarketing!

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Massimo Carraro presso Cowo Milano/Lambrate - Monkey Business srl
By Laura Coppola.

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La pubblicità.

Certi convegni.

Alcuni personaggi.

Mi chiedo se è l’effetto di una dieta mediatica prolungata, che dura ormai da alcuni anni (tim ferriss e la sua low information diet docet)… quando non vedi le cose per molto tempo, possono succederti cose così. O magari è il mio solito carattere che si stufa subito.

Di certo è meglio fare (scrivere, leggere, parlare) che guardare (la tv, il convegno, i personaggi).

Quando mi succede così mi viene da alzarmi, aprire il computer e costruire.

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Coworking Cowo Campogalliano/ModenaGrazie ai cowomanager di Cowo Campogalliano/Modena per aver organizzato questo bell’evento, in cui il coworking mette i piedi sull’erba, nel magnifico posto che vedete nella foto.

Io ci sarò! 🙂

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Domani inizia un altro anno scolastico.

A proposito di scuola italiana, leggendo Google Story ho appreso che il papà  (prof di matematica) del co-fondatore di Google Sergey Brin – dopo essere emigrato tra mille stenti dalla Russia agli USA con tutta la famiglia – iscrisse il piccolo Sergey a una scuola americana metodo… Montessori.

Buon lavoro a tutti, ragazzi e professori italiani.

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