— oh my marketing!

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copywriting

Continua a divertirmi vedere Bill Gates e Jerry Seinfeld cercare di connettersi con la gente normale (e scoprire che nessuno lo è) in questa campagna pubblicitaria per Microsoft. La mia battuta preferita dello spot, detta da Seinfeld:

I got so many cars I got stuck in my own traffic.

Qui il precedente spot.

[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=gBWPf1BWtkw&eurl=http://www.lgblog.it/tag/bill-gates/]

Fonte: LG blog.

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Ho sempre ammirato e invidiato chi ha molti tavoli di lavoro, e ho anche avuto un esempio molto vicino per diversi anni.

Il bello di questo approccio è che, di solito, uno rafforza l’altro. (Il brutto è che si lavora il triplo, ma se hai passione non ti pesa, come dice Stephen King).

Autore satirico, pubblicitario e giornalista, per stare nell’esempio che dicevo, sono tre attività che si nutrono sicuramente l’una dell’altra, in un bel gioco di stimoli e collegamenti neuronali.

E noi che non siamo Pirella?

Monkey e Cowo sono le due scrivanie a cui mi siedo io tutti i giorni… per ora.

Stay tuned!

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Quando chiudi Email Marketing di Roberto Ghislandi hai la sensazione di aver letto un vero trattato, di quelli belli, completi, onnicomprensivi.

Inoltre – scusa se è poco – sai tutto sull’email marketing.

Non capita spesso di incontrare opere così esaurienti e devo dire che la stima che già avevo per il suo autore, conosciuto frequentando un corso, è aumentata ancora dopo questa lettura.

Insomma, il supermanualone mi ha entusiasmato. Ora provo a spiegare perché.

Intanto, un libro così è il sogno di chiunque pratichi l’autoformazione (cioè di chi cerca di capire in prima persona, chi studia la notte, chi ci tiene a sapere bene le cose, anche se poi magari delega).

Perché ti spiega. Ti fa capire. Ti mette in condizione di fare un buon lavoro.

Di nuovo, scusa se è poco.

Poi, non si ferma ai tecnicismi. Software, conversioni, deliverability, opt-in e opt-out… il know-how tecnico c’è tutto, ma non è dominante.

Anzi, direi che non è per niente necessario capire e applicare la formula che definisce il tasso di rinnovo delle liste, pubblicata a pag. 124:

K = x (Na – Ne)/Ntot
dove
K = (Na – Ne)/(Na + Ne) se Na – Ne ≠ 0, altrimenti K = 1

perché l’ottimo Ghislandi permette di comprendere la materia anche al di là e al di sopra di tutto questo.

Last but not least, è un libro intriso di cultura della rete.

E’ forse questo il suo aspetto più interessante, non è un libro per maniaci ossessivi dell’email marketing (ci saranno… io da parte mia sono abbastanza un patito), ma un libro di web marketing, dove la comunicazione via mail è inquadrata nel contesto dei dialoghi in rete e delle innovazioni che le hanno via via consentite, dalla famosa iniziativa virale di Hotmail ai social network.

Il tutto in un quadro dove la coda lunga, Google e Tim O’Reilly stanno al loro giusto posto.

Tra le chicche, il link al video dei Monty Python che ha creato l’espressione Spam (lo ripubblico qui sotto perché è troppo bello), l’esame comparato e approfondito (14 pagine) dei software per email marketing, la lista dei 20 errori più comuni nelle comunicazioni email.

Per chiudere, tra i motivi che mi hanno fatto apprezzare il libro c’è anche l’aver “vissuto” il tema sulla mia pelle, prima di incontrare tutto questo know-how. E’ stato curioso verificare qualche ipotesi, valutare a posteriori il lavoro fatto, cercare di capire la teoria dopo… aver giocato con la pratica. Come copywriter e come imprenditore.

E qui non posso non ricordare che le mie email per Monkey Business sono entrate nei casi di studio trattati dal libro… e se un “grazie” all’autore è d’obbligo, spero che la gratitudine non abbia inficiato la mia lucidità di giudizio 🙂

Il libro in una frase:

Se guidate un’azienda, se fate marketing, se siete professionisti della comunicazione, soffermatevi a valutare l’importanza strategica di ogni singola email che scrivete. Se lo fate, vi ritroverete sicuramente a leggere questo libro, e con soddisfazione.

Il blog dell’autore si chiama Email caffè.

E adesso buon divertimento con i mitici Monty Python.

[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=anwy2MPT5RE]

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Coworking a Milano (qui).

(Il coworking è una vera figata – lo dice anche Repubblica! – se siete dei professionisti indipendenti stufi di lavorare da soli, ma non volete la menata di affittarvi un ufficio, dovreste fare un salto da noi).

immagine-3.png

Aziende con le Orecchie, invece, è la directory delle aziende italiane che praticano il marketing dell’ascolto, cioè corporate blogs, social network ecc. (qui il manifesto).

L’aggiornamento è settimanale, le aziende recensite finora sono 81.

Poi c’è il wiki dei corporate bloggers italiani…

flowers

E infine la mia agenzia, dove faccio il copywriter con la totale e splendida libertà che mi concedono i miei fantastici clienti 😉

flowers

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capace di buona scrittura, capacità organizzative e doti relazionali
da integrare in un gruppo di lavoro stimolante,
per la gestione dei contenuti del sito di un prestigioso cliente,
e per essere coinvolto creativamente in nuovi progetti digitali.

Riferimenti sul blog Adci.

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Ecco le presentazioni che si sono classificate ai primi tre posti nel concorso di SlideShare.

Primo classificato:
[slideshare id=504408&doc=thirst-upload-800×600-1215534320518707-8&w=425]

Secondo classificato:
[slideshare id=514727&doc=feet-presentationexport-1216177690523431-9&w=425]

Terzo classificato:
[slideshare id=512176&doc=zimbabwe-in-crisis-1216027086209705-8&w=425]

Qui lo straordinario vincitore dell’anno scorso, uno slideshow intitolato “Shift happens”.

Fonte: Guy Kawasaki’s blog (Mr. Kawasaki, già evangelist per Apple Computer, è ora un venture capitalist che di presentazioni brutte ne ha viste talmente tante da coniare la regola 10-20-30 per le presentazioni: 10 slides, non più di 20 minuti, testi in corpo 30).

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Non dimentichiamoci mai di Dino Buzzati. E neanche di Robert Walser.

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Un mio caro amico di qualche tempo fa, un copy, ha scritto un libro.

Non so com’è, ma il titolo è bello e lui è simpatico. Per me sono presupposti sufficienti… 😉

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Da quando ho l’agenzia, mi diletto di e-mail marketing, bersagliando con dolcezza un mio personalissimo database.

Per affinare quest’arte, mi sono iscritto a un seminario, dove ho avuto il piacere di incontrare Roberto Ghislandi.

Applicando i suoi insegnamenti e consigli, le mie e-mail hanno migliorato molto le loro performance.

Conto che la lettura del suo recente libro mi dia ancora più strumenti per questa difficile forma di comunicazione, così vicina al terribile rischio spam, eppure così pura nel suo legame con il linguaggio (se hai un cuore da copywriter, sapere che il subject può determinare o meno la lettura del tuo messaggio, quelle tre-quattro parole secche, eh).

Ultima nota: c’era anche Send, nella lista dei libri papabili sull’argomento, segnalato da Maria Luisa Carrada, ma a un primo – severissimo – esame, ho deciso che il Ghislandi batte gli americani. Evvai.

Qui il suo blog in tema: E-mail caffè.

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Dopo aver letto che

the new resumé is 140 charachters

non ho resistito.

Massimo Carraro, titolare monkeybusinessmilano.it, è copywriter, consulente di marketing dell’ascolto e coworking evangelist. Vive a Milano.

140 giusti!! 🙂

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