— oh my marketing!

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Coworking

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Basta lavorare sempre! Venerdì 16 al Coworking Fuorisalone (Milano, Via Imbonati 18 MM Maciachini, dalle 19 in poi) ci rilassiamo con una bella festa (si capisce da come scrivo che il primo ad averne bisogno è il sottoscritto).
Si potrebbe far delle battute su una festa dentro un coworking, ma ce le risparmiamo per venerdì sera 😉

Se vi va di segnarvi su Facebook, voilà. A venerdì!

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Dalla presentazione del libro “Un etto di marketing (E’ un etto e mezzo, lascio?)” tenuta al coworking Cowo di Udine il 26 marzo, le slides dell’intervento.

Inserisco anche il video dei primi nove minuti in cui si vedono gli effetti di un viaggio di 450 km sulle presentazioni del sottoscritto. (Grazie Cowo Udine per il video!)
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Certe volte i pianeti si allineano e fanno succedere cose incredibili.

La cosa incredibile si chiama Coworking gratuito per tutti durante la settimana del Design, dal 14 al 19 aprile (qui il sito con tutte le info) e i pianeti sono Lago, Mac 567 e Cowo.

E per non farci mancare nulla, sabato 17 aprile si fa il Coworking Camp.

(Nota: il palazzo qui sotto, in Via Imbonati 18 – MM Maciachini, non sarà tutto adibito a coworking, 400 mq però sì…).

Uno spazio di coworking gratuito a Milano, dal 14 al 19 aprile 2010.

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Organizzare un CoworkingCamp è per me, che non ho mai organizzato un evento così, una bella scommessa.

Eppure è il momento di farlo, e quando Lago mi ha proposto di gestire Coworking Fuorisalone è stato chiaro: non solo il momento, ma anche il luogo.

Ho la fortuna di avere l’aiuto del valido Angelo Bermani, mio nuovo collaboratore, e l’ispirazione di Steve Wozniak, il mitico inventore di Apple I e II, che nel libro Founders at Work dichiarò:

Le cose migliori le ho sempre fatte quando si trattava di qualcosa che non avevo mai fatto prima, ed ero senza soldi.

A proposito… CoworkingCamp2010 cerca sponsor! 😉

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Invertising – titolo davvero bello (il copywriting non è acqua, signori) – è il libro di Paolo Iabichino, che di mestiere fa il direttore creativo della filiale italiana di una delle più grandi agenzie di pubblicità del mondo.

Parla della comunicazione pubblicitaria nell’era dei social network e della rete partecipata.

Un tema coraggioso e stimolante, per chi sta assistendo allo straordinario passaggio della comunicazione d’impresa dall’evo pubblicitario – monodirezionale, stolido e impositivo – alla dimensione liquida e iperevolutiva della rete e dei suoi nuovi linguaggi  (tema che ho provato a svolgere anch’io).

Si tratta di un passaggio tutt’altro che semplice.

Sono curioso di capire cosa ne pensa uno che – se non ho capito male – prende lo stipendio da chi fondamentalmente commissiona spot in prime time… (E dai Paolo non te la prendere, o non usa più prendersi in giro tra colleghi? In ogni caso ti sto mandando il mio Un etto di marketing, libro ideale da fare a fettine… 😉

Passando a How to Communicate the American Way, si tratta di una chicca, di quelle che difficilmente scopri, e io l’ho scoperta, pensa un po’, nel mio ufficio.

E’ infatti un libro che è arrivato insieme all’autrice, Elisabetta Ghisini, per un seminario di “communication skills” tenuto al Cowo e rivolto – nientepopodimenoche – alle giovani imprese italiane che cercano venture capital negli Stati Uniti.

Lo so che detta così sembra una telenovela da tv aziendale, invece son stati due giorni tostissimi in cui l’Elisabetta (milanese trapiantata a San Francisco, dove è consulente di comunicazione interculturale) ha rivoltato come calzini una dozzina di baldanzosi startuppers nostrani, di Mind the Bridge e non solo.

Insomma, due bei libri mi attendono sul comodino… 🙂

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E’ da oggi disponibile sul sito AlphaTest (oltre che in libreria, in autogrill e al telefono) il libro Un etto di marketing (E’ un etto e mezzo, lascio?) che i lettori di questo blog ormai conoscono quasi quanto me.

Mi pare il momento di dire una parola importante a tutti quelli che, in mille modi, mi hanno supportato con questo libro:

grazie.

Il libro sembra riuscito bene, e chi l’ha avuto in mano ha trovato piacevole il primo impatto.

Oggi pomeriggio mi sono ritrovato a usarlo per cercare delle fonti in riunione e mi è sembrato un bel manualetto, con le sue varie parti dedicate alle 100 cose da sapere, i casi famosi e non, gli strumenti, la bibliografia, il blogroll e l’indice analitico.

Spero vi piacerà. Se volete acquistarlo, qui lo trovate con il 10% di sconto (per avere il 20% scrivetemi una mail per favore, ma veloci perché vale solo fino a fine mese).

Le spese di spedizione sono incluse nel prezzo, e non preoccupatevi se il sito dice che dovete raggiungere la soglia dei 15 euro: non è così, me lo ha confermato l’editore e ho provato io stesso.
(Il prezzo di copertina è di 14,50 euro, con il 20% di sconto vi costerà 11,60, spedizione inclusa).

Infine, se invece di comperarlo volete solo consultarlo, entro breve ne dovreste trovare una copia per consultazione all’interno di ogni coworking Cowo.

Ho infatti pensato di “presentarlo” contemporaneamente in tutti i 29 Cowo del nostro piccolo-grande network, rendendolo così accessibile a tutti i nomad workers ospiti degli spazi di coworking.

Un bel po’ di marketing, infatti, l’ho imparato seguendo i Cowo…

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Prendersi tutto il gratis della vita, se non sbaglio era il motto di qualche eroe di Andrea Pazienza. (E io, per tener fede all’argomento, ho preso il libro a prestito, nell’ottima biblioteca Valvassori Peroni di Milano).

Il grande Chris dalla Coda Lunga non smette di sedurre con le sue teorie, e lo fa come sempre con grande scioltezza ed eleganza intellettuale.

Sentite qua:

Il denaro smette di essere il segnale principale nel mercato e al suo posto sorgono due fattori non monetari: quelle che spesso si chiamano “economia dell’attenzione e “economia della reputazione”;

Non ci vuole un dottorato per capire come mai il Gratis funziona così bene online: è sufficiente ignorare i primi dieci capitoli del vostro manuale di economia;

Per competere con il Gratis bisogna andare oltre l’abbondanza per trovare la scarsità adiacente. Se il software è gratis, voi vendete l’assistenza tecnica;

Il Gratis è un’attrazione costante in tutti i mercati, ma fare soldi con il gratis […] è una questione di pensiero creativo. […] Serve creatività per scoprire come convertire in denaro contante la reputazione e l’attenzione che potrete ottenere grazie al Gratis. Ogni persona e ogni progetto richiederanno una risposta diversa a quella sfida, e a volte non funzionerà affatto.

Bonus per tutti quelli che, come me, si sono stufati da tempo di gettare denaro in auto di proprietà:

Ispirandosi al settore della telefonia, BetterPlace progetta di regalare l’auto vendendo invece le miglia, a un prezzo inferiore di quanto costerebbero con un’auto tradizionale.

Il libro in una frase:

Non importa se a tratti può sembrare poco plausibile. Dall’uomo che ha fatto conoscere al mondo La Coda Lunga accettiamo volentieri una nuova visione, che ci faccia sognare un’economia diversa, dove l’attenzione conti finalmente quanto il profitto.

E infine, dal piccolo prospetto che racconta “come funziona”, ecco come cambia il piano di profitto:

Da “Modello di business” a “Ci penseremo prima o poi”.

Mi ricorda qualcosa
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Ottime notizie sul fronte del libro: abbiamo visto le prime copie campione (come vedete nella foto, io e Angelo siamo stati i primi a metterci le mani).

Queste prime 5 copie di Un etto di marketing – mi ha spiegato l’editore – sono i primissimi pezzi che vengono esaminati per controllare che non vi siamo errori grossolani. A me è sembrato il libro più bello mai stampato, altro che errori! Ora quindi partono le stampe vere e proprie, mentre questi libri sono stati regalati ai coworker Cowo (lo dico sempre che il coworking ha i suoi vantaggi).

Altre belle notizie:

  • il prezzo è più basso del previsto: Euro 14,50 anziché 15;
  • mi è già arrivato il codice sconto del 20%, da distribuire a chiunque ne faccia richiesta;
  • sono quasi certo che ci sarà un bell’evento di presentazione, a Milano verso il 18-20 (stay tuned);
  • sul sito dell’editore, Alpha Test, il libro è comparso tra i “prossimi arrivi“, e c’è anche un pulsante che permette di essere avvisati automaticamente appena sarà disponibile.

Insomma, ci siamo quasi.

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Ho letto su “Gratis” di Chris Anderson (capitolo “Il trionfo del media model”) che il venture capitalist e blogger americano Fred Wilson ha affermato (cito a memoria, mi scuso per eventuali imprecisioni):

Ogni business plan dovrebbe contenere un aspetto mediatico
Gran parte delle applicazioni web saranno monetizzate con qualche tipo di media model.


La prendo come consiglio personale per l’iniziativa CowoLinks, il programma di pubblicità sui siti Cowo, e pazienza se deluderemo mr. Wilson con dei banner, visto che la citazione continua così:

Non pensate ai banner, pensate a tutti i modi in cui un pubblico che presta attenzione al vostro servizio può essere sovvenzionato da aziende o persone che vogliono un po’ di quell’attenzione.

(Cowo, per chi non lo sapesse, è un’iniziativa sperimentale di spazi di lavoro condivisi, un progetto molto Venture e per nulla Capital…)

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