— oh my marketing!

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comunicare con la pubblicità

Alla notizia che internet sta superando la tv, il 79% del campione si è detto d’accordo a pianificare programmi tv anche sul web, in fasce orarie protette in cui sia vietato navigare.

(Dall’e-book Monkey “Le 13 verità tragicomiche del marketing italiano”).

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Ben l’87% dei responsabili marketing dichiara di praticare il “mistery shopping” ogni sabato, quando esce di casa senza sapere cosa comprerà.

(Dall’e-book Monkey “Le 13 verità tragicomiche del marketing italiano”).

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Le sacrosante osservazioni di minimarketing su come cavolo lavorano i negozianti.

Il nuovo e-book di Marco Massarotto, scaricabile qui.

Il seminario sulla gestione del colore, il 3 marzo all’Adci, e l’incontro sul networking come mezzo di promozione, il 29 febbraio all’Unione Commercio (grazie a Bolle Blu Notizie).

Il nuovo bando Adci, con le novità per i web creatives.

Il film sull’Helvetica (e forse una proiezione alltogether all’Adci).

Il prestito sociale di Zopa (per chi vuole un prestito e chi vuole investire, ma senza banche né finanziarie), e il bel film di animazione che ha vinto lo Zopacontest (un giro intorno al mondo).

Il wiki degli obsolete skills (tipo saper mettere la puntina del giradischi, o programmare in HTML anzichè usare i wiki).

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Nel gioco delle associazioni, il termine “posizionamento” evoca pensieri erotici nel 41% del campione.

(Dall’e-book Monkey “Le 13 verità tragicomiche del marketing italiano”).

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Tra gli scacciapensieri preferiti dagli amministratori delegati, il marketing (28%) segue di poco il golf (31%).

(Dall’e-book Monkey “Le 13 verità tragicomiche del marketing italiano”).

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Una ricerca inedita. Materiale caldo. Roba forte, in esclusiva ohmymarketing/Monkey… 🙂book-verita.jpg

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Pare che nei primi anni 90, Leo Burnett Chicago stesse facendo carte false per lavorare per Microsoft. Si racconta che tutto finì quando Bill Gates, dopo aver visitato l’agenzia, disse:

Excellent presentation gentlemen, but as I see it, you don’t use computers and that would make it impossible for you to understand my business.

Fonte: Gapingvoid.

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Assoprod è l’Associazione dei Responsabili di Produzione. Tra i suoi compiti c’è quello di promuovere la formazione, cioè corsi, sia per chi già lavora in agenzia (prevalentemente in ambito produzione, ma in alcuni casi anche art director e grafici, quando l’agenzia e piccola), sia per chi lavora a livello individuale come free-lance.

Stiamo cercando di capire

QUALI SONO I CORSI CHE MANCANO, A LIVELLO DI PRODUZIONE

dove per produzione si intende

tutto quello che avviene dopo la creatività e prima della stampa.

L’associazione è in condizione di favore rispetto al mercato, grazie al coinvolgimento con Assografici e ad anni di attività, quindi è relativamente agevole mettere insieme dei corsi con docenti qualificati, laddove si individui una vera esigenza (vera significa che poi al corso ci si viene sul serio…).

I corsi possono anche essere gratuiti o quasi-gratuiti, quindi sono occasioni secondo me piuttosto valide.

Quale corso vorreste che ci fosse?

Che cosa vorreste imparare?

Ci sono corsi cui avete dovuto rinunciare in passato, e che fareste se vi venissero riproposti?

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E mi ha conquistato, ma solo dopo pagina 28. Praticamente dal 2° capitolo fino alla fine.

Cos’ha che non va il primo capitolo?

Niente, solo che io sono più per i casi pratici che per le teorie sociologiche, e l’ingresso in questo testo passa per un’anticamera un po’ troppo colta per me, che sono un copywriter come quelli della Leo Burnett di Chicago negli anni 60 “che prima di impugnare la matita si sputavano sulle mani” (giuro che l’ho letta davvero, mi pare nell’Ogilvy On Advertising).

Comunque tornando al libro, tanto ero tiepido nelle prime pagine, tanto l’ho trovato valido, completo e stimolante nel suo sviluppo, come prova la quantità di sottolineature che vi ho lasciato.

Oltre agli stimoli di marketing non-convenzionale (che tra l’altro non esiste, lo dicono loro, esiste un solo marketing, quello che funziona, pag. 58), che sono tanti e interessanti, il libro è anche un bell’insieme di quelle-cose-che-ti-ricordi-ma-che-quando-ti-servono-non-sai-più-dove-trovare, come ad esempio la storia del flop della nuova Coca-Cola, o l’impagabile tabellina “nuova scuola di mktg vs vecchia scuola di mktg” di Kathy Sierra (2005), o il caso Mozilla Firefox, quello Diet Coke-Mentos, le 95 tesi in italiano stampate sulla carta…

Alcune chicche:

La resistenza al marketing non è un desiderio improvviso di smettere di comprare. I consumatori voglioo interagire con le marche. Sono intelligenti, tecnologicamente avanzati e con poco tempo a disposizione. Vogliono un marketing che mostri maggior rispetto e attenzione per il loro tempo. Finché non miglioreremo il nostro approccio con i consumatori, essi continueranno a resistere e a chiudersi ai messaggi pubblicitari delle aziende. (Walker Smith, ceo di Yankelovich, 2004).

Tutti i tipi di nuovo marketing non sono validi quando partono dalle imprese: devono avere come base i consumatori.

La chiave di svolta di un mercato basato sulla Long Tail è che in teoria ciascuno può avere un pubblico.

La vera potenza della Coda Lunga si rivela grazie al sistema delle raccomandazioni.

Elenco delle panacee di marketing 1985-2005: anti-marketing, authenticity marketing, buzz marketing, cause-related marketing, chrono-marketing, co-marketing, community marketing, convergence marketing, convergence marketing, centextual marketing, counter marketing, creative marketing, cult marketing, customer centric marketing, database marketing, eco-marketing, emotion marketing empowerment marketing, ethnic marketing, entrepreneurial marketing, event marketing, expeditionary marketing experence marketing, exponential marketing, family marketing…
[e siamo solo a un terzo della lista].

Il vantaggio reale di un approccio non-convenzionale è in primo luogo l’economicità.

E qui mi ricollego a un caso cui tutti guardiamo come esemplare, la community Ducati. Ebbene, in queste pagine ho scoperto che tutto è nato dalla considerazione che una campagna tradizionale era troppo cara. Come dire: la necessità aguzza l’ingegno.

Il libro in una frase:

Uno sguardo d’insieme sul senso del marketing di una profondità e intelligenza tali da permetterci uno sguardo anche più ampio, sul senso dell’impresa economica in generale.

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Designers, art director, grafici, illustratori, freelance: se non avete un posto comodo dove lavorare in pace, ma non vi volete imbarcare nell’avventura di affittare un ufficio, noi monkeys abbiamo dello spazio da condividere in zona Milano est/Lambrate.

Possibilità di una o più postazioni con/senza utilizzo di Mac G5. L’ambiente è tranquillo e spazioso (c’è anche una piccola cucina), l’ufficio è all’interno di un bel complesso con portineria, il costo regolarmente fatturato.

Qui ci sono delle foto.

Per chi è interessato:
max@monkeybusinessmilano.it
laura@monkeybusinessmilano.it

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