— oh my marketing!

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Confartigianato Udine mi ha invitato a parlare, sabato mattina, nell’ambito della Salone per l’orientamento allo studio e alle professioni “YOUng”.

Ora, a parte il fatto che scrittura e artigianato sono per me concetti molto vicini, quello che mi ha incuriosito (e impegnato) nel preparare la relazione è stata quel senso di impotenza rispetto alla platea.

Si tratterà infatti di giovani, prevalentemente in età di scuola superiore, ai quali dovrei parlare di social media per l’azienda artigianale.

Spero che le mie slides non li lasci indifferenti e critici, come sono spesso – giustamente – i nostri teen-ager davanti a consulenti, sedicenti esperti e grilli parlanti vari.

Insomma, se sono onesto devo ammettere che tra un amministratore delegato e un sedicenne, quello che temo (e forse rispetto) di più è il secondo. A sabato.

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Lunedì 14 febbraio, giorno di San Valentino, quale occasione migliore di mostrare il vostro amore per gli aperitivi?

Solito posto, soliti splendidi libri, solito aperitivo gratuito e senza impegno: Books Import, Via Maiocchi 11 Milano, dalle 18 in poi.

Ci vediamo lì?

(Per chi vuole, ci si può anche registrare su Facebook).

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Pochi giorni fa il progetto di coworking a cui lavoro dal 2008 ha fatto una presentazione al primo congresso europeo sul tema, Coworking Europe 2010, svoltosi a Bruxelles il 18-19 novembre scorso.

Il titolo del nostro intervento è stato “The future of coworking” e ha presentato 7 ipotesi di sviluppo del fenomeno del coworking.

Una di queste ipotesi descrive il coworking come una possibile piattaforma per iniziative di marketing e digital pr (vedi slide 6 e 7 della presentazione qui sotto), e porta ad esempio la distribuzione del mio libro in tutti gli spazi Cowo, iniziativa che ha portato anche ad una serata di presentazione, al Cowo Udine/Ufficity.

Ora, l’ipotesi di lavoro è nella mia testa, il libro l’ho scritto io: non è stato difficile creare questa occasione di “coworking come piattaforma di marketing”.

Ciò che mi ha piacevolmente colto di sorpresa, invece, è stata la mail dell’altro ieri in cui mi si chiede se la rete Cowo è interessata a fare dei product test sui telefoni di una multinazionale importante.

Mentre rispondevo affermativamente, dentro di me pensavo…

Che il futuro del coworking sia già arrivato?

Nell’attesa di scoprire come andrà a finire, rivediamoci le slide presentate a Bruxelles… (se invece volete il video, lo trovate qui).
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[slideshare id=5834102&doc=coworkingfuture-101119062817-phpapp02]

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“Il diritto a una vita relazionale piena e attiva”.

Se non sbaglio era questo il “grido di guerra” del vicesindaco di Venezia Michele Vianello, nei mesi in cui si batteva per dare alla città di Venezia il wifi gratuito.

La visione alla base di questo progetto, divenuto realtà nell’estate del 2009, è l’oggetto di questo libro.

Lo voglio leggere perché, come non mi stanco di ripetere, tifo per l’Italia e per le eccellenze che è in grado di esprimere. Troppo spesso cerchiamo esempi da seguire oltreoceano, e ci dimentichiamo dei maestri che vivono e lavorano nei nostri confini.

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Sono felice di annunciare che parte delle mio tempo professionale d’ora in poi sarà dedicato ad Hagakure, l’agenzia di internet PR con cui ho già collaborato nei mesi passati.

Ammiro e stimo l’agenzia dei samurai fin dal primo giorno, e l’ho seguita costantemente, trovando anche piacevoli occasioni di contatto con i suoi partner.

Da quando ho capito che la comunicazione entrava in una fortissima fase evolutiva (al punto da cambiare identità alla mia agenzia, che è diventata l’agenzia delle scimmie, animale evolutivo per eccellenza), l’accelerazione è stata increbibile, frenetica e inarrestabile. Quasi insostenibile per un copy cresciuto con Pirella negli anni 80.

Grazie quindi ai partner di Hagakure Chiara, Marco e Matteo, per aver chiesto a questa scimmia di saltare ancora più in alto.

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Facebook a pagamento, Twitter a pagamento, YouTube a pagamento… non credo succederà mai.

Invece, per chi gestisce una community Ning, sta accadendo ora.

Scade venerdì 20 agosto il termine per aderire a uno dei piani premium di questa ottima piattaforma, se non vuoi vedere scomparire la tua community.

Una scelta che ti mette davanti ad alcuni interessanti interrogativi.

  1. Quanto “vale” la tua community, ovvero: quanto sei disposto a spendere per mantenerla attiva?
  2. Come cambia il tuo atteggiamento verso la piattaforma, dal momento che ora metti mano al portafogli?
  3. Quale può essere il ritorno di questo piccolo investimento? E soprattutto: qual è l’unità di misura giusta per questo calcolo?

Mentre NomadWork – la community a tema coworking che gestisco dal 1° aprile 2009 – dà il benvenuto al membro n. 199 (Sarah da Brisbane, Australia), provo a formulare le mie rispostine.

  1. Domanda molto difficile, a cui non si può che rispondere in modo arbitrario. Intendo dire: la risposta dipende da fattori che vanno oltre una community di 200 persone, evidentemente ancora troppo piccola e sperimentale (o magari sufficientemente grande, ma non ancora integrata come potrebbe). Il valore della community in sé è altissimo se preso nel suo potenziale (è una delle più importanti su questo tema, e credo l’unica in Italia), ma limitato se valutato al suo livello di attività attuale. Quindi: i 19,95 $ al mese rappresentano un investimento da valorizzare… (vedi risposta n. 2).
  2. Cambia, non lo posso negare. Gli strumenti online sono tali e tanti che è sempre difficile organizzare una valida presenza web. L’aut-aut di Ning ha attratto la mia attenzione, premessa fondamentale per un maggior investimento di attenzione ed energia.
  3. Il ROI, il benedetto ROI. Qui devo fare una premessa: NomadWork fa riferimento a Cowo, un’attività che non mette il profitto al primo posto, bensì le relazioni. Detto questo, l’attenzione al lato economico è sempre presente, e anche questa voce di costo deve sottostare alla legge Cowo n. 1: la sostenibilità. Sostenibilità per chi affitta una scrivania, sostenibilità per noi che gestiamo il progetto. L’unità di misura per il calcolo di questo ROI? Non v’è dubbio: il valore delle relazioni che si creano (e ognuno dei membri sa qual è).

Concludo con qualche dato su NomadWork, aggiornato alla fatidica data del passaggio a premium: 199 membri da 18 paesi del mondo, 23 video, 310 foto.

E un bel paio di elenchi in home page, dedicati a chi lavora in coworking e a chi, invece, vorrebbe farlo ma è in attesa che apra uno spazio vicino.

(A proposito, non si può leggere Oh my marketing senza essere su NomadWork – vi aspetto qui tutti! Per gli utenti rimane gratis, naturalmente).

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La piattaforma per la creazione di social network Ning ospita diverse comunità dedicate al coworking, tra cui NomadWork, la community internazionale creata da noi di Cowo.

Si tratta di una delle più importanti, e questa è la prima ragione che mi spinge ad aderire alla “proposta obbligatoria” di Ning di passare a una delle opzioni premium (cioè a pagamento), a partire dal 20 agosto. Questo comporterà alcuni nuovi servizi – tra cui nuove possibilità di comunicazione sia pubblicitaria che virale, accesso a un centinaio di nuove applicazioni, design e indirizzo internet personalizzati – che mi auguro la renderanno ancora più interessante.

L’altra ragione è che Ning è stata fondata da una persona dal talento leggendario, quel Marc Andreessen che quotò in borsa il proprio motore di ricerca a 24 anni. Un progettino che si chiamava Netscape, da cui è nato un altro progettucolo chiamato Internet Explorer, sviluppato da un’aziendina chiamata Microsoft

[Attenzione: aderire a NomadWork è e rimane gratuito. Il costo dell’opzione premium è a carico di noi amministratori].
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Se hai un blog su WordPress.com ora puoi avere anche un “Twitterbottone”. Nice! 🙂

New Twitter “Tweet Button” For those of you who have been dreaming of an easier way for your readers to share your posts on Twitter, that day has come. We’re pleased to announce that we’ve added an official Tweet Button as an option for all WordPress.com blogs. How it works: When one of your readers hits the Tweet Button, they will be shown a popup that includes a shortened link to your post. Readers can add in a quick message, and then hit “Tweet” to send the post to thei … Read More

via WordPress.com News
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Guardate che meraviglia il lavoro di Alessandro Gottardo, in arte Shout.

Questo giovane artista italiano già apprezzato a livelli internazionali sarà al Read and Drink del 27 maggio, per presentare il suo nuovo libro e… Read and Drink with us 😉

(E se non sapete cos’è il Read and Drink è ora di scoprirlo…)
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Grazie all’incarico professionale di cui ho parlato già qui e in vista dei prossimi social innovation camp a Milano il 6/5 e a Roma l’11/5, mi sto confrontando con una domanda molto particolare:

Cos’è l’innovazione sociale? Si mangia?

Dopo tante riunioni e parecchi ragionamenti, ho pensato di fornire qui, sul mio blog, una mia personale risposta.

Innovazione sociale è quello che vorresti trovare nella società domattina. Sul posto di lavoro, tra gli abitanti del tuo quartiere, dentro la tua agenda. Una cosa migliore, anche piccola.

In questo senso, credo possiamo essere tutti innovatori sociali, per quanto dipende da noi.

Altro discorso sono i luoghi e le iniziative che ne fanno l’oggetto di un’attività strutturata, come The Hub o [disclaimer on] ideaTRE60, realtà che possono favorire il cambiamento in modo esponenziale.

La sensazione è che spesso si pensa a cosa la società dovrebbe fare per noi, e si tende a scordare che anche noi possiamo fare qualcosa (l’ha detto John Kennedy, ricordate?).

Nel mio piccolo, penso che far bene il proprio mestiere sia cosa portatrice sana di valore, ma chissà.

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